Dalla dieta del limone, che promette di far perdere 3 chili in una settimana, a quella del riso, fino alla dieta della banana. In questo periodo impazzano le diete lampo per provare a buttare giù in fretta qualche chilo. Riviste e siti web offrono tante diverse opzioni, alcune credibili, altre chiaramente campate per aria. Ma queste diete alla fine funzionano davvero? A rispondere, analizzandole una ad una, è il sito anti-fake news ‘Dottore ma è vero che…?’ (dottoremaeveroche.it) della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo).

Fra le diete proposte come ‘soluzioni veloci’ al problema del peso, gli esperti citano quella del limone (“perderai 3 chili in una settimana”): in questo caso, “le parole chiave – spiegano i dottori anti-fake news’ – sono ‘potere drenante’ (attribuito ovviamente al limone), effetto detox, contrasto alla ritenzione idrica. Il limone è ovviamente onnipresente, spremuto in un bicchiere di acqua tiepida di primo mattino e sopra ai 5 frutti rossi a colazione (mi raccomando 5: non uno di più o di meno) o usato come condimento dell’insalata di legumi da consumare all’ora di pranzo e del pesce magro da mangiare a cena, prima di un nuovo appuntamento con l’acqua riscaldata che chiuderà una giornata dieteticamente da dimenticare”, sintetizzano gli esperti.

Dieta del riso: di nuovo, drenaggio e programma depurativo, per “sgonfiarsi” e perdere 5 chili in 9 giorni. Riso, riso, riso: accompagnato con carne bianca e verdure lesse o cotte a vapore. Senza contare le proprietà del riso rosso, alternativa “naturale” alla terapia con statine per contrastare i livelli di colesterolo (ne abbiamo già parlato rispondendo alla domanda di un nostro lettore “Il riso rosso fermentato abbassa il colesterolo?”). A proposito, gli studi condotti per valutare gli integratori a base di riso rosso fermentato nel trattamento dell’ipercolesterolemia sono per lo più metodologicamente poco affidabili perché condotti su un numero ridotto di persone e di breve durata  e, più in generale, i componenti del riso rosso fermentato sono del tutto simili a quelli di alcuni prodotti farmaceutici, al punto di essere stato vietato il commercio da parte della Food and Drug Administration, l’agenzia regolatoria statunitense per i medicinali.

Tornando alla dieta del riso, è il caso di sottolineare che il riso non è di per sé un alimento che facilita il dimagrimento. “Una determinata porzione di riso fornisce in sostanza le stesse calorie di una analoga porzione di pasta” spiega il nutrizionista Marcello Ticca. “Il problema principale, per entrambi questi due ottimi alimenti, sono semmai il tipo e la quantità dei condimenti con i quali li arricchiamo: insomma, ‘dietetico’ non è in sé il riso come non lo è la pasta, ma piuttosto scegliere la ricetta giusta e avere la mano leggera nel condire e nel riempirsi il piatto…”.

Dieta della banana: inventata da una farmacista giapponese – Sumiko Watanabe – e dal marito Hamachi, suggerisce di iniziare la giornata mangiando una banana. Chi avesse ancora fame dovrebbe farsene una ragione. Per il resto, si può mangiare di tutto, salvo alzarsi da tavola quando si è sazi all’80 per cento. Come si fa a stabilire quando si è sazi all’80 per cento? Bella domanda, alla quale gli inventori della dieta della banana non danno ovviamente risposta.

Queste diete rapide “funzionano”?

Alcune possono avere un effetto, semplicemente perché motivano a mangiare di meno. “Il risultato” spiega Ticca “può anche essere quello di perdere parecchio peso sulla bilancia (ma non necessariamente parecchio tessuto adiposo) e anche in tempi brevi. Un particolare, questo della rapidità, che fra l’altro non è affatto un risultato da celebrare. Infatti tutti gli specialisti ‘seri’ concordano sul criterio che un corretto regime dimagrante equilibrato e variato, capace quindi di migliorare in modo durevole le abitudini alimentari, debba essere costruito in modo da determinare un deficit energetico quotidiano medio, rispetto alle reali necessità, di circa 700-800 chilocalorie, 1.000 al massimo. Il risultato atteso in termini di perdita di peso oscillerà quindi fra il mezzo chilo e il chilo a settimana, in relazione sia alla spesa energetica supplementare derivante dalla indispensabile maggiore attività motoria, sia alla capacità di adattamento del metabolismo del singolo soggetto.”Queste diete rapide “funzionano”?

Alcune possono avere un effetto, semplicemente perché motivano a mangiare di meno. “Il risultato” spiega Ticca “può anche essere quello di perdere parecchio peso sulla bilancia (ma non necessariamente parecchio tessuto adiposo) e anche in tempi brevi. Un particolare, questo della rapidità, che fra l’altro non è affatto un risultato da celebrare. Infatti tutti gli specialisti ‘seri’ concordano sul criterio che un corretto regime dimagrante equilibrato e variato, capace quindi di migliorare in modo durevole le abitudini alimentari, debba essere costruito in modo da determinare un deficit energetico quotidiano medio, rispetto alle reali necessità, di circa 700-800 chilocalorie, 1.000 al massimo. Il risultato atteso in termini di perdita di peso oscillerà quindi fra il mezzo chilo e il chilo a settimana, in relazione sia alla spesa energetica supplementare derivante dalla indispensabile maggiore attività motoria, sia alla capacità di adattamento del metabolismo del singolo soggetto”.