La pastorizia si candida ad avanguardia nei processi di mitigazione dei cambiamenti climatici, e attraverso modelli produttivi ecosostenibili mira a raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra del comparto ovino sardo entro i prossimi 10 anni. È il progetto europeo “SheepToShipLIFE”, finanziato dal programma Life, strumento dell’Ue per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.
La Sardegna è stata scelta come area di intervento del progetto in quanto rappresentativa del comparto ovino Mediterraneo: da sola conta oltre il 40% del patrimonio ovino italiano. Il sistema di allevamento sardo vanta inoltre un altro primato, essendo la prima regione Mediterranea in cui l’allevamento ovino è quasi esclusivamente di tipo estensivo.
La strategie elaborate per raggiungere questi obiettivi (-20% di emissioni di gas serra con l’incremento delle redditività negli ovili entro nel 2030) hanno seguito un approccio multidisciplinare che è stato presentato lo scorso 29 luglio a Macomer, nella sede del Consorzio per la Tutela dell’I.G.P Agnello di Sardegna, durante un focus group che ha coinvolto circa 30 tra pastori tecnici, e una delegazione delle istituzioni partner del progetto.
Il piano è stato declinato su una serie di tecniche di mitigazione che prevedono: incremento dell’efficienza riproduttiva del gregge, portando la fertilità media del gregge da circa il 75% al 99%, attraverso protocolli specifici (es. protocollo Sementusa); a questo consegue dunque un incremento dal 6 al 21% nella produzione di latte e del 40% circa della produzione di carne. Tra le altre tecniche di mitigazione, il miglioramento nella produzione dei foraggi in azienda, con tecniche di agricoltura conservativa che riducono i costi e le ore di lavoro ma migliorano la durata e la qualità dei pascoli, a vantaggio anche del valore nutrizionale e proteico dei foraggi, che così più apprezzati e digeribili dagli animali, contribuiscono alla riduzione delle emissioni di metano dei ruminanti, tra le voci maggiormente impattanti sul bilancio delle emissioni di CO2.
“I pastori lavorano in simbiosi con la natura – sostiene il presidente del Contas Battista Cualbu -, ma è anche un mondo, come dimostra questo progetto, che non si sottrae e si confronta sempre di più con la ricerca per migliorare l’efficienza dei propri allevamenti sia dal punto di vista economico che ambientale. Questo nonostante tutte le problematiche e gli ostacoli che quotidianamente si affrontano sia con una filiera distorta che spesso non riconosce una equa remunerazione ai propri prodotti e con una burocrazia cieca che ostacola l’iniziativa imprenditoriale”.