
È stato avvistato nelle acque italiane, il pericoloso pesce scorpione (lionfish). I pesci scorpione e i loro simili, i pesci leone rossi (Pterois volitans), originari dell’indo-pacifico e molto diffusi nel Mar Rosso, alti fino a 8 centimetri, che portano spine dorsali velenose sulla schiena, sono specie invasive che nel Mediterraneo potrebbero avere gravi effetti sull’economia e gli ecosistemi. Si tratta di un predatore, non solo capace di influire negativamente sulla biodiversità marina, ma anche di essere particolarmente pericoloso per l’uomo, poiché il veleno contenuto nelle spine si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore, anche dopo la morte del pesce.
Secondo gli studiosi il trasferimento è stato favorito dal surriscaldamento globale, fenomeno che ha alzato la temperatura del Mediterraneo permettendo a questa specie di trovare le condizioni ottimali di vita.
I biologi, infatti, ritengono il pesce leone un fattore di pericolo potenzialmente devastante per la biodiversità del Mediterraneo e dunque per l’intero ecosistema marino. L’impatto ecologico è stato devastante: in questi habitat il pesce scorpione non ha predatori naturali ed è invece un predatore molto aggressivo. Come se non bastasse, è una specie pericolosa anche per l’uomo, a causa del potente veleno delle sue spine che rimane attivo fino a due giorni dopo la morte. La pericolosità della specie resta elevata anche su esemplari pescati da diverse ore: la specie è commestibile, ma nelle operazioni di pulizia bisogna stare attenti a non pungersi. Nel giro di un solo anno, questi pesci si sono trasferiti in quasi tutta la costa sud-orientale greca.
Cosa fare in caso di puntura
– Rimuovere eventuali spine
– Disinfettare
-Immergere quanto prima la parte colpita in acqua molto calda: il calore rompe la struttura proteica della tossina riducendo il dolore.