
L’Unicef, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP25, ricorda che la crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini: 503 milioni di bambini vivono in zone ad altissimo rischio di inondazioni a causa di eventi meteorologici estremi; 160 milioni di bambini vivono in zone con alti livelli di siccità – ed entro il 2040, 1 bambino su 4 vivrà in zone di estremo stress idrico; 300 milioni di bambini respirano aria tossica – 17 milioni di loro hanno meno di 1 anno di età e 600 mila bambini sotto i cinque anni ogni anno a causa di polmonite e altri problemi respiratori.
Alcuni modi in cui la crisi climatica sta colpendo i bambini, e come possono essere affrontati, includono: attualmente circa 503 milioni di bambini vivono in zone ad altissimo rischio di inondazioni a causa di eventi meteorologici estremi come cicloni, uragani e tempeste, nonché dell’innalzamento del livello del mare. Gli investimenti nella riduzione del rischio di catastrofi, come i sistemi di allarme rapido, possono aiutare a preparare le comunità a proteggere i bambini in caso di eventi meteorologici estremi.
Il mondo non è sulla buona strada” per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. È questo il principale e drammatico allarma che in questi giorni sta arrivando dalla 25esima Conferenza delle Parti dell’UNFCCC. Secondo alcuni recenti risultati della scienza, infatti, il ritmo dell’aumento delle concentrazioni di gas a effetto serra “non ha precedenti nella storia del clima negli ultimi 66 milioni di anni” e gli eventi meteorologici estremi sono la “nuova normalità”. Dati che confermano come il cambiamento climatico sia più forte del previsto, minacciando così l’ambiente e la salute di centinaia di milioni di persone