Cani e gatti: per gli italiani non sono solo animali, ma membri della famiglia

Una nuova ricerca mostra come diverse generazioni attribuiscano identità affettiva ai loro animali domestici: i giovani li vedono come fratelli, i più anziani come compagni.
Secondo un’indagine Ipsos condotta per Purina, la maggior parte degli italiani considera i propri amici a quattro zampe molto più che animali in casa: sono compagni di vita, elementi insostituibili del nucleo familiare e persino parti della propria identità. Ma tra le generazioni emergono differenze significative nei comportamenti quotidiani e nel livello di vicinanza attribuito.
Giovani vs Boomer: diversi modi di stare vicino
I più giovani — Millennials e Generazione Z — definiscono cani e gatti “fratelli”: li coccolano, li portano con sé, li trattano alla pari. Permettere che dormano nel letto è una delle pratiche più diffuse tra queste fasce d’età. Contrariamente, la generazione dei Boomer tende ad attribuire agli animali il ruolo di compagni di vita: grande affetto sì, ma con più confini. Solo poco più della metà degli appartenenti a questa fascia generazionale dà al pet libertà come condividere il letto.

Tra affetto e ruolo: dove passano i confini
Nonostante l’amore evidente, molti proprietari mantengono una distinzione di ruoli: l’animale è rispettato e accudito, ma non sempre viene coinvolto in ogni aspetto della vita quotidiana come si farebbe con un membro umano della famiglia. Ristoranti, viaggi, la disposizione dei dormitori sono alcuni degli ambiti dove si vede la distinzione più chiara. Anche se il legame affettivo è forte, resta per qualcuno il senso di separazione tra “noi umani” e “loro animali”.
La ricerca rivela una tendenza crescente: i cani e i gatti non sono più solo animali utilitari, ma diventano specchio delle nostre emozioni, presenze che definiscono quanto chi li ospita sia pronto a estendere l’amore oltre la specie. Un cambiamento culturale che parla di identità, sensibilità e complicità silenziosa.