Michela Murgia, a mesi dalla sua morte la famiglia scopre l’atroce verità: “La sua paura da viva…”
Parla la famiglia dell’autrice e attivista, scomparsa lo scorso anno: nella sua vita non solo impegno e dolci intenti, ma anche tanta paura.
L’ombra della morte getta spesso luci sinistre su segreti sepolti. Michela Murgia, figura rispettata e amata, ha lasciato dietro di sé un’enigmatica eredità.
A distanza di mesi dalla sua scomparsa, la famiglia dell’autrice si trova a confrontarsi con una verità atroce e difficile con cui convivere.
Dietro la scomparsa della nota attivista si nasconde un segreto tenuto nascosto ai più, che ha reso ancora più complesso l’ultimo periodo della sua vita.
Ora, la domanda che si impone è: quali demoni tormentavano Michela in vita? Cosa si nascondeva dietro il velo di non convenzionalità che aveva tessuto attorno a sé, e qual è l’impatto che le sue scelte hanno avuto sulla sua famiglia?
Una verità tenuta nascosta che ora ricade sui “figli”
Michela Murgia, celebre scrittrice e attivista, per molti anni ha fatto della sua famiglia queer il punto focale della sua vita e del suo impegno. La sua recente dipartita, avvenuta lo scorso agosto, ha rivelato non solo il suo amore e la sua dedizione per i suoi cari, ma anche la sua preoccupazione per il futuro che lasciava dietro di sé. Michela, colpita da una malattia incurabile, ha lasciato il compito di risolvere le sue questioni finanziarie ai membri della sua famiglia non convenzionale. In un testamento olografo scritto poco prima della sua morte, Murgia ha espresso la sua ansia per non avere avuto il tempo sufficiente per sistemare i suoi debiti, lasciando questa responsabilità nelle mani dei suoi amati figli d’anima.
“La sua paura, da viva, era quella di non aver tempo per riuscire a farlo“, ha dichiarato Alessandro Giammei, professore a Yale e figlio d’anima dell’autrice, in un’intervista a Repubblica. “Noi abbiamo accettato l’eredità, che comprende anche il dovere di risolvere queste situazioni.“. Tra le indicazioni lasciate nel testamento, c’è il compito di vendere una casa in Sardegna per coprire un debito di oltre 47.000 euro e risolvere altre questioni finanziarie, tra cui tributi non versati e multe non pagate. L’ansia nel lasciare questa eredità ai suoi cari dimostra il profondo legame che Murgia ha sempre nutrito per la sua famiglia queer, oltre che la sua generosità e la sua preoccupazione per il loro benessere.
A mesi dal decesso sentiamo tutti la sua mancanza
Secondo Giammei, Murgia ha sempre avuto un rapporto franco con il denaro, preferendo investire i proventi dei suoi libri nella sua campagna elettorale in Sardegna piuttosto che accumulare ricchezze personali. La sua modestia e il suo spirito altruista emergono chiaramente dalla sua scelta di lasciare l’eredità alla sua famiglia anziché concentrarsi sul proprio benessere finanziario. Nonostante la sua malattia e le difficoltà finanziarie, Murgia ha continuato a mantenere un atteggiamento positivo e proattivo verso la vita e verso il futuro fino all’ultimo. Anche se non è riuscita a risolvere i suoi problemi finanziari da sola, ha avuto fiducia nella sua famiglia queer per farlo al suo posto.
Questa storia ci ricorda il valore prezioso delle relazioni umane e della solidarietà, specialmente in momenti di difficoltà. Michela Murgia ha dimostrato con il suo esempio che l’amore e l’appoggio della famiglia non conoscono limiti né convenzioni sociali, e che anche nelle situazioni più difficili è possibile trovare conforto e sostegno nelle persone care. La sua eredità non è solo una questione di beni materiali, ma anche di valori e principi che continueranno a ispirare coloro che l’hanno conosciuta e amata. La sua memoria vive attraverso l’amore e l’unità della sua famiglia queer, un ricordo indelebile di una donna straordinaria che ha lasciato un’impronta duratura nel cuore di coloro che l’hanno conosciuta.